20.3.12

RIVOLUZIONE.

Giornata passata tra uffici ieri. Prima al centro per l'impiego, poi all'INPS. Il tutto per fare richiesta di un sussidio di disoccupazione a requisiti ridotti, poca roba insomma. Nelle settimane precedenti mi ero fatto iniviare dall'INPS il mio pin personale, per poter accedere alla mia pagina. Di ritorno a casa quindi, mentre scaricavo i moduli per stamparli, ho deciso per la prima volta di fare un viaggio dentro al mio conto previdenziale.
A 34 anni, mi ritrovo con 2 anni e 13 settimane di contributi, minimi, pagati. Cosa vuol dire, che se continua così, grazie a questa riforma delle pensioni, completata dopo anni di riforma dei contratti di lavoro atipici che non prevedono contributi reali, mi ritroverò a 67 anni, forse, con 85 euro di pensione al mese. E non è uno scherzo, ne un'ipotesi lontana o non veritiera. Per la verità lo sapevo, cioè, me lo immaginavo, ma vederlo per la prima volta scritto mi ha fatto effetto. Mi è salita una rabbia non conosciuta prima, razionale. Mi state sfruttando da anni, ci state sfruttando da anni. Ora, è da una settimana che si discute sulla flessibilità nell'uscita dal lavoro. 47 contratti, di cui solo due ti tutelano, e uno neanche troppo, non sono abbastanza per creare flessibilità? Di cosa ci stanno parlando? Se insieme ci hanno messo che la pensione sarà contributiva, e che nella maggior parte di questi contratti assurdi i contributi non sorpassano il 23/33% del reddito, e che lo stipendio mediamente è, per stare larghi, mai più alto di 1200 euro, ma proprio per stare molto larghi, com'è che non scoppia ancora una Rivoluzione? E' difficle da spiegare così? Allora la spiego semplice per come l'ho capita ieri: a meno che non si ha qualcosa che ti lasciano i genitori, e camperai con quello, nel caso contrario ci sono parecchie possibilità che si formi una massa di milioni di poveri vecchi, con figli e nipoti ancora più poveri. Allora forse si farà qualcosa? Devo aspettare di diventare vecchio?

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