Ora, con la nuova riforma del lavoro dicono che ci saranno meno contratti a termine, e che gli stessi costeranno di più, per far si che le imprese assumino a tempo indeterminato. Ma poi si modifica la libertà di licenziare e quindi il contratto a tempo indeterminato non sarà più veramente a tempo indeterminato, se no che contratto a tempo indeterminato è? Il problema è questo aggettivo, "indeterminato". In poche parole vuol dire, "non si sa", non ha un termine, ma non vuol dire per sempre.
Neanche prima voleva dire per sempre. Inutile che ci fanno credere che era così. L'anno scorso in Italia sono state licenziate più di 600.000 persone con contratto a tempo indeterminato, che ad un certo punto, a quanto pare, per questi 600.000 ha avuto un termine. E' quindi diventato un contratto a tempo indeterminato con un termine. Il più delle volte è un termine improvviso. Spesso ingiustificato. Molto spesso è conseguenza dell'arricchimento di azionisti di quell'impresa, che prima hanno diviso per anni gli utili o i presunti utili, e poi, quando il limone era spremuto, hanno detto che non c'erano più soldi e quindi poco c'era da fare. Con la nuova legge del lavoro questa situazione si moltiplicherà, per cento per mille. Serve sopratutto alle grandi imprese, serve, secondo quanto dicono loro, a rendere il nostro mercato più competitivo. Se in Germania un dipendente VW prende 3000 euro al mese, come cazzo fa ad essere competitivo? A parità di prezzo comprereste anzi una Fiat o una VW? La seconda direi, ecco spiegato perchè l'operaio tedesco prende 3000 euro al mese e la VW si avvia a diventare la prima casa automobilistica per vendita al mondo. C'è altro da dire?
Allora la vera rivoluzione in questo paese, che non risolverebbe tutti i problemi ma migliorerebbe la vita di molti, è fare le cose fatte bene. Far lavorare la gente giusta al posto giusto. Tipo Luca De Meo, direttore marketing della VW, e non della Fiat.
esplodimi con sto blog! dai cazzo!
RispondiEliminaesci dalla trincea!